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Ho avuto per la seconda volta l'onore e l'immenso piacere di servire Domina Von Lush ad una festa fetish; questa mia seconda esperienza di servizio è stata a dir poco meravigliosa, proprio perché insieme alla prima ha significato per me la continuazione di un vero e proprio percorso di asservimento, percorso in cui sono entrato sempre di più nelle grazie della Padrona, e sempre di più mi sono sentito ai suoi piedi, e in Suo completo potere.

Infatti mentre in occasione del nostro primo incontro ci eravamo

conosciuti direttamente all'interno di un locale dove si svolgeva una

festa fetish, questa volta invece è stata la Padrona a convocarmi

anticipatamente e a dirmi che per il giorno successivo avrebbe gradito

la mia presenza e i mie servigi ad un'altra festa a cui Lei aveva deciso

di partecipare: in particolare mi ha detto che mi voleva come bersaglio

per una dura e lunga fustigazione (e infatti ho subito quella e molto

altro...).

Così ho avuto l'onore e il piacere di liberarmi da tutti i miei impegni e

accorre laddove la Padrona aveva richiesto la mia presenza,

comportamento questo che per me è alla base di un rapporto di

schiavitù e di quello che dovrebbe essere uno schiavo.

Quando sono arrivato lì e la Padrona mi ha sorriso ho provato

un'emozione profonda, perché sentivo che la mia sottomissione a Lei cresceva sempre di più...

Dopo i brevi convenevoli e un doveroso bacio prima del terreno su cui posavano le Sue Splendide Scarpe poi delle Sue Scarpe stesse, Il mio utilizzo come cavia da fustigare e torturare è iniziato con una preliminare strizzata di capezzoli e una abbondante raffica di schiaffi in faccia.

Poi subito alla croce, dove la Padrona ha cominciato a colpirmi con la frusta lunga. Ricevevo il dolore, il suono e la sensazione che mi dava ogni colpo con devozione e gratitudine, cercando di rimanere fermo e lamentarmi il meno possibile. Come l'altra volta i colpi erano duri e precisi, alternati con carezze, graffi della Sue unghie e sensualità. Mentre mia schiena cominciava a segnarsi, il dolore mi entrava nel cervello, insieme all'emozione di essere finalmente lì, a di soffrire per Lei. Per maggiore sicurezza e comodità, dopo alcuni colpi in cui ero legato alla croce solo per le mani, la Padrona mi ha fatto legare anche per i piedi dal suo schiavo personale, che la assisteva nel gioco. Ben presto questa posizione a gambe forzatamente aperte si è rivelata ottima e consona per il proseguimento della mia tortura, quando La Padrona ha deciso di alternare la fustigazione con alcuni calci nelle palle. Naturalmente la Padrona sa svolgere questa pratica nel modo giusto, cioè in modo che a ogni calcio segua molto dolore ma nessun danno reale, poiché l'impatto diretto tra la punta del piede e i genitali viene evitato: i colpi arrivano portati col dorso del piede e i genitali vengono praticamente solo sfiorati. Dopo i calci nelle palle è ripresa la mia fustigazione, con la variante che stavolta la Padrona mi ha anche ordinato di sculettare come una troia a ritmo di musica, muovendo praticamente solo il culo per quanto me lo consentissero le gambe e il corpo legati: tutto questo affinché Lei potesse cimentarsi e testare la Sua abilità nel maneggiare la frusta anche contro un bersaglio in movimento, nonché naturalmente per umiliarmi e far divertire ancora di più il numeroso pubblico che assisteva alla scena. Io ballavo, sculettavo sotto i colpi e mi sentivo davvero sempre di più una troia, tipo ballerina di un night club di infimo ordine. Poi un'altra crudele e umiliante difficoltà si è aggiunta al mio sforzo di sopportare il dolore delle frustate: la Padrona ha chiesto ad un ragazzo gay suo amico di spompinarmi mentre venivo frustato. Ho provato una forte umiliazione per essere esposto davanti a tutti in questa situazione in di omosessualità forzata attiva, in cui venivo costretto a ricevere attenzioni sessuali da parte di un' altro uomo, ma soprattutto ho provato la sensazione fisica del pompino, che per quanto umiliante, era anche in una certa misura piacevole, e dunque distraeva il mio corpo dallo sforzo totalizzante di sopportare le frustate: il piacere continuo in un punto del mio corpo mi faceva sentire di più il dolore in un altro quando ogni frustata arrivava , e mi faceva sobbalzare, quasi come per un contrasto tra piacere e rilassamento contro dolore e tensione: questa è stata la fase della fustigazione in cui ho sofferto di più, e in cui i colpi mi hanno strappato più lamenti di dolore, non ostante il mio sforzo e il mio proposito di sopportare in silenzio.

Quando sono stato liberato dalla croce c'è stato quello che secondo me è stato il momento più bello di tutta la serata: ho avuto l'onore di prendere altri calci nelle palle, ma questa volta da in ginocchio e guardando negli occhi la Padrona in attesa del colpo. Io mi perdevo in quello sguardo, nel Suo sguardo bellissimo, non facevo più caso al pubblico, ne al dolore in arrivo, ne a niente altro: per me esistevano solo i Suoi occhi, ed è stato un momento molto intimo. Ogni volta che sotto un Suo colpo mi piegavo verso il pavimento da in ginocchio che ero, finivo perfettamente e spontaneamente in posizione per baciaerLe i piedi, li baciavo un po' e mi rimettevo in posizione per il prossimo colpo, sempre guardandoLa negli occhi. E tutto questo era perfetto, si svolgeva come in un sogno.

Poi ci siamo allontanati dalla zona della croce e ho subito un'altra situazione di omosessaulità forzata attiva: la padrona mi ha fatto ancora spompinare da una sissy, un uomo in abiti femminili, vestito da cameriera, che era al servizio di un'altra padrona, che anche Lei si è divertita a dare in prestito a Padrona Lara il suo schiavo femminilizzato perché potesse svolgere su di me questo servizio. Stavolta la situazione è stata più dolce, non c'erano frustate per me ma solo l'umiliazione dell'omosessualità forzata attiva, condita dal piacere fisico che comunque un pompino fatto bene provoca, e la sissi era molto brava in questo, docile, delicata, sembrava proprio la bocca di una donna. Io ero usato, come oggetto di omosessualità forzata attiva, ma soprattutto come mezzo per umiliare l'altro uomo e farlo stare in ginocchio con un cazzo in bocca, dato che probabilmente anche lui non era gay, ma era come me uno schiavo amante dell'omosessualità forzata come atto di servizio e umiliazione, sotto la guida e la supervisione delle Donne Dominanti. In quel momento io ero solo uno schiavo usato come mezzo per dominare un altro schiavo, una cosa resa strumento per agire su un'altra cosa.

Il mio utilizzo è poi proseguito come posacenere e poggiapiedi per la Padrona ed alcune Sue amiche, con alcuni momenti di rilassamento anche da parte mia, e di massaggio dei Suoi piedi.
In alcuni momenti la situazione era rilassante, io abbracciavo, massaggiavo, leccavo e coccolavo i piedi nudi di Padrona Lara, ma non sono mancati anche momenti dolorosi, come quello in cui un suo piede calzato nella Scarpa con Tacco a Spillo si è piantato forte tra le mie costole e mi ha strappato un grido di dolore, subito zittito da un giusto e tempestivo “Stai zitta troia” della Padrona,
che si vedeva interrotta nella conversazione con le Sue amiche dai miei inutili e non graditi lamenti.
Poco dopo anche un “Apri quella fogna troia” è stato utile a ricordarmi di essere più attento e con la lingua di fuori e ben bagnata di saliva ad ogni momento cui momento in cui la Padrona ha finito di fumare e deve spegnere la sigaretta, ma soprattutto mi ha ricordato che la mia funzione in quel momento era di usare la mia bocca per quello, e non per lamentarmi. Il piacere di ricevere dentro di me qualcosa di così intimamente collegato al corpo, alle labbra e al respiro della Padrona, come la cenere delle Sue Sigarette, avrebbe dovuto ampiamente compensarmi di ogni eventuale sofferenza dovuta a tacchi a spillo Suoi o delle Sue amiche che nel frattempo mi si piantavano tra le costole e sul corpo, il che ovviamente significava che queste sofferenze erano per me da sopportare in silenzio.

Questa volta non c'è stato nessun maschio disponibile a farsi spompinare da me sotto la guida e la supervisione della Padrona, per farmi subire l'umiliazione di questa forma di omosessualità forzata, come invece era avvenuto alla scorsa festa; ma non è stato un problema, perché comunque lo stesso ragazzo gay che prima mi aveva spompinato mentre ero alla croce, a fine serata si è gentilmente prestato invece a sbattermi il suo culo in faccia, impormi un lungo facesitting e farmi leccare per bene il suo ano, una diversa e forse ancora più pesante umiliazione sempre sul tema dell'omosessualità forzata. Sia lui che la Padrona mentre io ero sdraiato col culo di una persona del mio stesso sesso in faccia, mi ordinavano di leccare, di tirare bene fuori la lingua, mi insultavano, lui stesso a un certo punto mi ha minacciato di scorreggiare o peggio se non avessi leccato bene.
La mia eterosessualità era completamente messa da parte, mi sentivo schiavo in modo completo, cioè mi sentivo un essere che non ha una sua sessualità propria, ma solo quella che eventualmente gli impone la Padrona, per il tempo che gliela impone e nella forma che gliela impone. In questo caso la mia sessualità era diventata quella di frocetto leccaculo, appunto perché questi erano gli ordini.

Alla fine della serata La padrona e il Suo schiavo personale si sono gentilmente offerti di riaccompagnarmi alla stazione. Sono tornato a casa segnato dai colpi, stanco ma felice. Veramente felice.

Ringrazio moltissimo Padrona Lara per questa seconda occasione di servizio che mi ha concesso, la serata è stata bellissima e davvero avrei voluto che non finisse mai. Ma soprattutto le Sue attenzioni, la Sua fiducia e la pazienza che Lei ha con me, sono per me preziosissime, dei doni per cui non finirò mai di ringraziare e che mi portano a vivere e comprendere appieno la mia condizione di schiavo.

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