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Ho proposto alla Padrona di passare un paio di giorni assieme. So che a volte concede la Sua impagabile presenza ai comuni mortali che riescono a convincerLA di essere meritevoli.

Cosi’ ci provo….. la Padrona accetta e propone la destinazione e precisamente BOLOGNA.

Cosi’ dopo aver prenotato e organizzato il tutto passo a prenderLA a Brescia. Si presenta con un numero spropositato di borse, come se dovesse fare una vacanza di un mese, ma poi scopro che è solo attrezzatura che potrebbe utilizzare se Le venisse voglia di abusare di me.

Stivali, scarpe, dildoes, morse, fruste, etc etc…

Ovviamente sono io l’addetto al facchinaggio. Il viaggio è piacevole, la Padrona parla amabilmente, noto i suoi anfibi ed in maniera provocante e ammiccante mi dice “li ho messi apposta per te… cosi’ i miei piedini saranno opportunamente profumati”. La padrona sa che amo i Suoi piedi e mi piacciono se odorosi (cosa che non avviene quasi mai essendo Lei pulitissima e avendo piedi che non puzzano e non sudano).

Arriviamo a Bologna, prima cosa dopo aver scaricato il tutto, mi metto ai Suoi piedi , Lei comodamente seduta sul letto, io in ginocchio e le tolgo gli anfibi. Annuso per un lungo periodo inebriandomi della Padrona che poi mi ordina di togliere le calze e di assaporare a pieni polmoni direttamente i piedi nudi. Inutile descrivere la bellezza di quelle estremità poiché non esistono parole per descriverli. Posso solo dire che sono felice e sarei pronto a tutto per LEI.

Lei lo sa e si gode il Suo potere…. Io sono in estasi mentre LEI è semplicemente e superiormente distaccata dalla mia devozione e dai miei sentimenti. Si gode solo il Suo essere superiore e quasi divino. Dico quasi perche’ Lei non si atteggia a Dea a non si considera l’essere superiore che in effetti e’.

Poi usciamo, ovviamente Le rimetto gli anfibi e facciamo una bella camminata per Bologna. Già mi pregusto i Suoi piedi….. andiamo in centro. Serata amabile, bellissima con Lei altera ma molto umana. Parla con me come fossi un essere umano, quasi un Suo pari, anche se la Sua superiorità traspare sempre e comunque. Andiamo poi in un ristorante di classe, anche se Lei non chiede e non esige ristoranti particolarmente costosi, Lei può cenare indifferentamente da uno chef stellato (come abbiamo fatto in altre occasioni) o in un bar, perché è LEI che conferisce lustro alla location e sapore al cibo. Questo Lei lo sa e quindi non da peso ai posti e alle cifre che io posso pagare perche’ Lei non chiede, Lei da!

Per la cronaca il ristorante Le è piaciuto ed il posto era in effetti un bel ristorante anche se un po’ caro… ma la Sua compagnia non ha prezzo, ovviamente anche se so che ha apprezzato mi insulta dicendomi che sono un coglione a spendere quelle cifre per LEI perche’ a LEI non importa nulla il posto o il cibo….. ma io AMO la Padrona e voglio sempre darLe il meglio che posso.

Rientriamo, mi tutto ai Suoi piedi, annuso, lecco, adoro… poi si fa una bella doccia. Da tempo la doccia della Padrona, o la mia se si preferisce, quando sono con Lei avviene in questo modo. Io entro e mi accuccio variamente sistemato in base alle dimensioni della doccia. Lei entra quando l’acqua è alla temperatura giusta , si ponse sopra di me e mi innonda con il suo divino nettare. I suoi piedi mi schiacciano il cazzo e le palle in base a come Lei si muove nel fare la doccia…. a volte mi permette di toccarmi ma non di venire ovviamente, anzi si diverte a vedermi durissimo e voglioso e poi a ridere di me…. Mi mette la sua patatina a pochi centimetri dal naso e bocca ovviamente ho gli occhi chiusi, me li strapperebbe se osassi guardare, ma mi fa sentire castrato perche’ ho una fica a pochi centimetri, sono eccitato, ho voglia… un maschio farebbe di tutto, godrebbe, leccherebbe, scoperebbe…. Io no io mi eccito e mi tengo la voglia e nemmeno guardo. Lei ride, poi deve soffiarsi il naso… e io ingoio il Suo muco… le mostro piu’ volte che ingoio tutto il muco che mi dona. Poi chiude l’acqua, ha finito, mi sputa addosso ed esce. Io resto a meditare un attimo mentre Lei si asciuga….. Poi esco Le infilo le ciabatte e poi posso asciugarmi.

La accompagno in camera. Io devo sistemarmi per terra di fianco al letto….

Mi attacca alle palle un aggeggio che da scariche elettriche a basso voltaggio e si diverte a manovrare una sorta di telecomando. Ad ogni movimento del Suo dito ricevo scariche che mi fanno sobbalzare. Lei si diverte e io che non tollero molto il dolore subisco , ma adoro il fatto che il Suo dito e la Sua volontà determino per me sofferenza. La Padrona è magnanima e cosi’ , vedendo la sofferenza, stacca dalle palle e attacca gli elettrodi al pene. Il dolore è piu’ sopportabile e quindi la Padrona si diverte piu’ a Lungo. Vorrei quasi che lo tenesse per tutta la notte in modo che io sarei sempre in tensione non sapendo quando muovera’ il dito. Non so se per paura di muovere il dito involontariamente troppo forte,  se per paura di prendere Lei la scossa o semplicemente perche’ vuol dormire, mi dice “Stacca lo usiamo domani quando usciamo camminerai con il cazzo attaccato e il filo lo facciamo uscire e io tengo il telecomando”. Diabolico…. Saro’ sempre in tensione, rischiero’ dolore in presenza di altri e in momenti non prevedibili per me…. Sarà un supplizio ma so che posso sopportarlo per la Padrona.

Cosi’ tolgo tutto, disingetto e poi mi lego una calza in modo che per tutta la notte la punta della calza della Padrona mi stia sul naso. Mi risistemo per terra, io resto sveglio finche’ non si addormenta e poi posso addormentarmi anche io sempre a terra e li saro’ tutta la notte. Ovviamente ogni volta che Lei si muove o ha un sussulto qualsiasi io mi sveglio e controllo che non abbia alcun bisogno poi torno a dormire. Prima che Lei si svegli vado in bagno, mi lavo e soprattutto mi lavo i denti e sciaquo la bocca perche’ devo svegliarLa leccandoLe i piedi. Questo è l’ordine, ormai consolidato, La Padrona mi dice l’ora in cui vuole essere svegliata e io La sveglio leccandoLe i piedini. La Padrona ama questa pratica, infatti alla mattina concede sempre un’abbondate ora al leccaggio piedini. Si alza, Le infilo le ciabattine e va in bagno. Questa volta non chiede i miei servigi, spesso devo andare a bere alla Sua fonte, oppure mettermi a ricevere gli sputi del lavaggio denti o altro ancora. Oggi non mi vuole, cosi’ mentre si prepara io metto a posto la camera, il pigiama, sistemo gli abiti e piego il tutto ovviamente avevo gia’ lavato calze e mutandine la sera prima.

Usciamo per la colazione, è gia’ mezzogiorno, facciamo ancora un lunga camminata e poi ci fermiamo  a colazione, di fatto un pranzo. A quel punto si accorge che ci siamo dimenticati (io mi sono dimenticato perche’ sarebbe compito mio ricordaLe le cose) dell’aggeggio elettrico. Temo una punizione ma la Padrona sorride e, con un’espressione amorevole come quella che dedica ai cagnolini, ai gattini a tutti gli animali, mi dice lo faremo un’altra volta…. Quasi mi commuovo dalla dolcezza (atroce) con la quale mi prospetta tutto cio’. Mi spiace che a pranzo non abbia potuto usare l’aggeggio ma proprio mi ero dimenticato. Riprendiamo ancora a camminare , vediamo un po’ il centro di Bologna e poi andiamo in un negozio che la Padrona conosce, un negozio molto attrezzato per abbigliamento fetish. La Padrona è conosciuta e i proprietari si adoperano per mostrarLe tutti i capi possibili. A Lei stanno bene tutti, è subito chiaro che io sono uno schiavo. D’accordo che conoscono la Padrona ma è subito evidente che io non sia un accompagnatore o un amico, infatti propongono subito un abbigliamento da schiavo per me. Da bravo sottomesso rispondo che decide la Padrona. Si le parole che mi escono dalla bocca sono precisamente: “ Decide la Padrona (mentre indico il camerino) quando avrà finito di provare e di scegliere”. Nessuna vergona, nessun tentennamento. Mi sento degradato e umiliato ma sono felice della naturalezza con la quale ho risposto. La Padrona prova di tutto e mi fa piacere che vengo utilizzato per togliere e mettere le scarpe mentre prova perche’ per vedere l’effetto Le consegnano anche scarpe con il tacco che deve continuamente togliere e rimettere. Alla fine mi permette anche di regalarLe un impermeabile tipo “Matrix” che le sta divinamente bene. Poi mi fa provare due specie di corsetti da schiavo, mi guarda io azzardo “ho gia’ il collare ed il guinzaglio, forse non è meglio quello? “ (indicando un altro indumento che permette di incatenare le mani e di non piegare le braccia che sono legate al collo). La Padrona dice che quello non serve a nulla ma che non le piace come mi stanno quegli indumenti, cosi’ non prende nulla.

Le rimetto i suoi anfibi e ci incamminiamo. Rientriamo e decidiamo di cenare facendoci portare la cena. Dopo cena la Padrona decide che è giunto il momento di abusare di me. Iniziamo con feticismo, con altre pratiche e so che sta arrivando il piatto forte, cioe’ cio’ che a me non piace per nulla e cioe’ frustate e sodomia. Lo so che arriveranno ma mentre ormai sono pronto a subire il peggio la Padrona mi annuncia che ha un bisogno e piuttosto impellente. Così devo correre in bagno dove saro’ usato come Suo cesso. E’ una pratica che fa spesso con me, da un lato è bellissimo dall’altro e’ difficile e umiliante anche perché non si tratta di farmela addosso o in bocca, si tratta di ingoiare tutto il Suo prodotto e assicuro che non è facile anche se molto appagante perche’ ci si sente davvero un cesso e davvero usato.

Cosi’ mi sdraio e Lei inizia a defecare. Mi centra benissimo in bocca… all’inizio la consistenza è quasi dura, un lungo salame si infila nella mia bocca, una parte di spezza e mi scivola sulla guancia…. Inizio a masticare e ingoiare e arriva un altro pezzo molto piu’ molle… mentre ingoio di tanto in tanto arriva un po’ di pipi’ o altri piccoli pezzi mentre la padrona mi insulta e mi umilia verbalmente, finche’ un pezzo molto molle mi centra in pieno l’occhio sinistro. Tutta la scena viene sapientemente ripresa dalla Padrona (ne fara’ un video). Le immagini mostrano bene come sono usato e come ingoio…..

Finito il tutto una lunga doccia (per fortuna non mi ha lasciato tutta la notte sporco nel cesso) per lavarmi bene mentre la Padrona se ne va in camera. Io finito di lavarmi sistemo tutti gli abiti della Padrona e tutti gli strumenti che aveva preparato e che non ha usato. Vado ai piedi del letto e mi accuccio per la notte. Alla mattina si ripete il rituale gia’ descritto con una sola variante, guardando la Padrona mi accorgo che non è giusto che io stia sdraiato… cosi’ in segno di devozione ad un certo punto mi inginocchio con la testa a terra e passo un paio d’ore in quella posizione solo per devozione.

Risveglio la Padrona con una lunga leccata di piedi. La padrona mi permette di masturbarmi e di godere. Quindi ci prepariamo prendo tutti i bagagli e li carico in macchina. Dobbiamo fare check-out. Ripartiamo e ci fermiamo lungo la strada a fare acquisti. Pranziamo e chiacchieriamo come se fossimo una coppia, anche se la mia devozione e sottomissione è sempre al massimo. Spesso noto gli sguardi straniti della gente , o dei camerieri in quanto io uso sempre deferenza ed uso il LEI, mentre Lei usa il tu e spesso anche mi insulta rendendo chiaro che non siamo per esempio un cliente e fornitore, o in un rapporto paritetico dove uno dei due usa il lei e l’altro il tu, ma si denota chiaramente che LEI è superiore a me.

Rientriamo poi con calma e con estremo rammarico devo lasciarLA. In strada ovviamente prima di congedarmi, anche se in pubblico, mi devo chinare e baciare gli anfibi.

Riparto con la certezza che faro’ di tutto per poter ritornare presto agli ordini della Padrona.

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