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Dopo lungo inseguimento e tanti sogni, speranze, fantasie vagheggiate, eccomi qui, Brescia centro, in attesa che Lei venga a prendermi. La sveglia è suonata presto questa mattina, ore 4:45, per poter essere qui al Suo cospetto e passare un intera giornata in Sua compagnia, per servirLa e vivere l'emozione di essere Suo schiavo.
Miss Lara Lush non è una Mistress qualunque, per me è un sogno che si realizza. La conosco da diversi anni, ho provato diverse volte a propormi, ma Lei non concede facilmente il Suo prezioso tempo. Risponde quando può e ne ha voglia, incontra solo chi accende in Lei un minimo interesse, se ne frega di incontrare schiavi per fare numero, come una vera Dea concede il privilegio solo a chi dimostra nel tempo costanza, devozione, reale desiderio di essere Suo. Non so quale buona stella abbia vegliato su di me questa volta, sta di fatto che dopo diverse chiacchierate in chat, tramite Whatsapp, e qualche telefonata concessami, sono qui, con l'ansia di chi si prepara ad incontrare una persona speciale. Lei è un po', in ritardo, come ogni vera Dea si fa attendere, non so se fa parte del Suo sottile gioco psicologico o semplicemente perchè è fatta così, nella mia personale esperienza quasi tutte l'hanno fatto, quasi a voler dire “tu sei lo schiavo e da te si pretende puntualità e disponibilità, io faccio quello che mi pare perchè Io sono Io”. Ripenso alle diverse Miss incontrate in quasi 20 anni, le speranze che precedono l'incontro, le tante delusioni, gli splendidi ricordi impressi nella mia mente. E le grandi aspettative che ripongo in Lei, bellissima e superba, Dea vera, per tanto tempo soltanto agognata, e finalmente avrò l'onore e il privilegio di passare del tempo con Lei. Un Suo messaggio mi distoglie da questi pensieri
“Sono qui”
Con lo sguardo La cerco, ed eccoLa che si ferma di fronte a me, e mi fa cenno di salire in macchina. Entro e mi si blocca il respiro per un attimo: un sorriso magnifico, quei Suoi occhi che sembrano scrutare nella mia anima mentre mi guarda e percepisce il mio imbarazzo, emozione a cui deve essere abituata quando davanti a sé ha uno schiavo. Mi porge la mano per un primo contatto amichevole, io istintivamente l'avvicino alle labbra in un gesto che sa di antiquato ma che solitamente le Miss apprezzano, perchè dimostra sincera devozione e rispetto per il ruolo, pur in un contesto amicale. Lei sorride e sembra aver gradito, quindi parte.
Mentre ci avviamo verso il luogo dove Lei ha deciso che avremo fatto colazione, e io La osservo , con un espressione ammirata: capelli biondissimo come sempre ben curati, giubottino in pelle, leggings neri che esaltano la Sua snella figura, scarpe alte, nel complesso elegante senza volgarità, semplice e sensuale; pochissime dal vivo rendono come nelle immagini, anche perchè nelle foto che si pubblicano si cerca sempre di dare il meglio di sé, Lei se possibile dal vivo stupisce in positivo, vederLa così, bella e sicura di sé, è una folgorazione. Glielo dico e Lei sorride con consapevolezza, non devo essere il primo e non sarò l'ultimo a dirLe quanto sia stupenda, così iniziamo a chiacchierare e raccontarci, esperienze, vita privata, limiti e preferenze, opinioni. Cerco di non far trasparire l'emozione del momento e chiacchiero con disinvoltura (o almeno credo...) quando Lei con tranquillità mi chiede se ho fatto ciò che mi era stato richiesto. Quando qualche giorno prima chiesi se in qualche modo mi sarei dovuto prepare per l'incontro, le Sue istruzioni erano poche ma ben precise e facevano già capire quali erano le intenzioni:

“Culetto pulito
E mi raccomando, non mangiare come un Bue. Anzi fai una cosa, la sera prima a digiuno”

io:”Digiuno totale?”
“Liquidi, tanto non muori”

Quindi la sera prima dell'incontro mi sono preparato come da Lei richiesto, sacrifici minimi per soddisfare e compiacere Miss Lara, e al mattino ovviamente avevo una fame da lupo. Ci sediamo quindi in un bar in centro, Lei ordina per entrambi, e continuiamo a parlare. Qui la prima scossa elettrica, Lei che si ricorda della mia passione per i piedi e per le scarpe, mi
chiede un opinione sulle scarpe che indossa, e mentre le osservo e faccio i miei complimenti ringraziando per la visione concessami, Lei toglie la scarpa e mi porge il divin piedino
“annusa e dimmi se puzzano.”

Il cuore si blocca per un istante: locale pieno di gente a cui io (per fortuna) do le spalle. Lei mi guarda dritto negli occhi, attende la mia reazione per vedere se sono veramente sottomesso e fino a che punto può spingersi con me. Io non voglio deluderLa, sono li per Lei, tutto il resto non conta, per cui prendo con delicatezza il tallone, avvicino il piede al mio viso e annuso
“Profumano Miss, La ringrazio”
Lei mi guarda soddisfatta, sorride e ritrae il Suo gioiello velato, soddisfatta per la piccola umiliazione inflittami in pubblico, e mi racconta le reazioni di chi ci sta intorno, ciò che pensa e quanto La diverta tutto ciò. Io La ascolto, ancora frastornato da quanto appena successo, sorrido e annuisco, adoro vedere la Sua soddisfazione e il Suo divertimento, vivo per queste emozioni, e inizia a stabilirsi realmente e con naturalezza il rapporto Dominante sottomesso. I ruoli sono definitivamente stabiliti e dimostrati palesemente, e io so che tutto può succedere da un momento all'altro. Continuiamo a chiacchierare, come se tutto fosse normale, Lei è una persona piacevolissima e io adoro questo Suo modo di fare: mette lo schiavo a Suo agio, ma da un momento all'altro può venir fuori il Suo lato dominante, e non è una cosa studiata, è la Sua reale natura, fa ciò che Le va quando Le va di farlo, perchè sa che può farlo e per Lei tutto ciò è normale, e trascina ache me nella Sua normalità. Come quando poco più tardi, sfila nuovamente una scarpa e mi chiede (o ordina?) di farLe un massaggio, perchè quelle scarpe sono un po' strette e ha bisogno di rilassarsi. E così, mentre parliamo e io devo cercare di mantenere un certo contegno, le mie mani accarezzano quella meraviglia, esploro ogni singolo muscolo, cercando di dare la giusta pressione perchè tutto ciò sia piacevole per Lei, poiché quello deve essere lo scopo: non il mio piacere nel toccare il Suo piede, ma laSua soddisfazione nel ricevere il massaggio. Prima un piede, poi l'altro, in un locale pubblico, mentre Lei parla e mi fa domande, io ascolto e rispondo cercando di reggere una discussione “normale” in una situazione surreale. Ma soprattutto cercando di non pensare che tutto ciò è stupendo, perchè l'emozione va vissuta pienamente nel momento in cui accade. La mattinata scorre e l'ora del pranzo è ormai passata, quando Lei decide che è ora di metter qualcosa nello stomaco perchè Lei ha un po' di fame. IO, che non mangio qualcosa di solido da più di 24 ore, smetto di nutrirmi delle emozioni che mi stà regalando, e non posso che esser d'accordo con Lei! Quindi andiamo alla ricerca di un posto dove poter mangiare qualcosa, Lei ha voglia di piadina, quello che di solito definirei uno snack, per quelle che sono le mie abitudini alimentari, ma ovviamente non ho facoltà di decidere, anzi ringrazio sentitamente per avermi finalmente concesso di metter qualcosa nello stomaco. Qui inizia a valutare cosa poter fare di me, si informa nuovamente sui miei limiti e le mie esperienze passate, le Miss che ho avuto e quelle che ho incontrato per una semplice sessione, Lei mi racconta dei Suoi schiavi fissi e di quelli occasionali, e capisci da come parla che per Lei essere Mistress non è un lavoro, non è un passatempo: per Lei è vita, reale, pura essenza, non potrebbe essere altrimenti, il fatto che sia una ProDomme e semplice conseguenza di un modo di essere che fa parte di Lei, e io non posso che esserne affascinato. Dopo il frugale pasto decide che è giunto il momento di divertirsi con me, ha voglia di usare i Suoi giocattoli e di vedere se sono degno di essere Suo schiavo. Il motel che sceglie è elegante, mi fa portare i Suoi “ferri del mestiere”, e appena dentro la stanza, la splendida ragazza amichevole lascia spazio alla Mistress, decisa e autoritaria.
Spogliati e mettiti in ginocchio, quando sei di fronte a me questa è la tua condizione, e puoi alzare lo sguardo solo se te lo concedo. Capito verme?”
“Si Padrona”
“Ora tieni lo sguardo in basso e non osare guardarmi mentre mi cambio”
Guardo il pavimento, cerco di non pensare che a pochi metri da me quella splendida ragazza si spoglia e si cambia, mentre io non posso e non voglio guardarLa, perchè so che non mi è concesso, so di non esser degno, e questo mi fa capire quanto mi senta inferiore e sottomesso.
Dopo essersi cambiata mi concede di baciare i Suoi splendidi piedi, finalmente dopo averli toccati, accrezzati massaggiati, annusati, posso baciarli, li ho sognati per così tanto tempo che in quel momento la mia mente vola, in un'altra dimensione, dimentico tutto, dove sono, il digiuno, il clistere, tutto sparisce, forse in quel momento dimentico anche il mio stesso nome, e mi perdo nell'emozione che mi da il poter baciare leccare, in una sola parola ADORARE i suoi bellissimi piedi. Morbidi, armoniosi, perfetti nella forma e in ogni loro parte, dalla splendida rotondità del tallone, passando per la sinuosa linea dell'arco plantare, fino ad arrivare alle splendide dita, affusolate, proporzionate, tutto è perfetto e mi perdo in quelle piacevolissime sensazioni, con gli occhi con le labbra e con la lingua, ad esplorare ogni centimetro di pelle. Ma Lei vuole divertirsi, e pur apprezzando chi riesca a dare tante attenzioni ai Suoi piedi, ha voglia di un po' di esercizio fisico, inizia quindi per me il momento della sofferenza. Non sono un masochista, per cui non traggo piacere dalla sofferenza, ma mi presto al divertimento della Padrona, la mia sofferenza e il sacrificio per lasciare spazio al Suo divertimento, che è sempre lo scopo principale dell'incontro. Infierisce sul mio corpo con frustini, paddle, gatto a nove code, la maggior parte di queste artigianali, create appositamente per Lei, oggetti che Lei maneggia con maestria, cercando di infierire su punti ben precisi. Io cerco di resistere al dolore, mi lamento il meno possibile per non infastidirLa, ma certe volte è inevitabile, ma Lei non si impietosisce, per cui continua finchè ne ha voglia, rimproverandomi per la mia scarsa resistenza. Non so se lo pensi veramente, o sia solo un modo per pungermi nell'orgoglio e farmi superare il dolore, io cerco di fare in modo che si diverta e che ragginga il Suo scopo: far diventare il mio culetto bello rosso, prima di violarlo. Quando è soddisfatta si ferma, e mi concede di baciare nuovamente i Suoi piedi, come ringraziamento per avermi concesso di essere oggetto delle Sue attenzioni, quindi decide che è giunto il momento di dedicarsi alle mie parti intime. Intanto due mollette sui capezzoli, giusto per non tralasciare nessuna parte sensibile del corpo, poi una bella morsa che stringe sui testicoli, il tutto accompagnato da una posizione scomoda per me, ma perfetta per chè Lei possa infierire sui miei gioielli: poggiato sulla schiena, gambe in aria, con le ginocchia che quasi toccano il viso e le gambe larghe. Strizzatine, calci, schiacciamenti con scarpe o con piedi nudi, sulle mie parti intime fa ciò che vuole, ricordandomi quanto siano inutili per me, mentre il loro vero scopo dovrebbe essere soltanto quello di far divertire Lei. Mi ricorda anche come sia quasi lecito per Lei portarmi all'impotenza, perchè ad uno schiavo non deve esser concesso di fare sesso e procreare, e lì temo sinceramente per le mie future chances di avere figli. Non credo fosse seria, forse voleva soltanto spaventarmi e farmi capire che Lei può davvero tutto, e sicuramente ci è riuscita.
Dopo questo si prepara per il momento clou, mi fa assumere la posizione pulirmi mentre Lei si prepara: io sul letto con culo all'insù, fronte poggiata e mani distese in avanti. Inizia con un piccolo butt plug, per iniziare ad abituarmi, prosegue con uno più grande, e infierisce con questo cercando di far accettare al mio orifizio il destino per il quale è stato portato fin lì. Non è soddisfatta perchè vede che quel buco non è abituato a simili trattamenti, per cui con pazienza e dedizione continua fin quando decide che può bastare. A quel punto mi fa spostare e vedo che sulla porta c'è attaccato un dildo con ventosa, che mi pare spaventosamente grande, e mi obbliga a succhiarlo, perchè deve trasformarmi in una troia, questo il Suo vero scopo, l'obiettivo che h scento di raggiungere con me. Io obbedisco, e inizio a fare ciò che ogni uomo eterosessuale rifiuterebbe a priori, Lei mi incita, mi spinge con la mano, mi indica cosa fare, come, quando, mi stacca da li e mi gira la testa verso di Lei, uno strap on è pronto per me, indossato da Lei, ma prima di violarmi vuole farselo succhiare, e guardarmi dall'alto mentre mi dedico al quella umiliante operazione. So dove sarà quel fallo entro pochi minuti, e questo pensiero mi sconvolge, ma sono lì solo per questo, so che Lei si diverte e vuole usarmi, per cui ci metto tutto l'impegno, Lei ride e mi insulta, mi riduce ai minimi termini con i gesti, le parole, la situazione nel complesso racconta di una distanza abissale tra ciò che sono io e ciò che è Lei, ma il solo fatto che mi conceda di essere lì con Lei per vederLa divertirsi, essere oggetto del Suo divertimento, tutto questo ripaga ogni possibile umiliazione e mi trasporta in una dimensione onirica, estatica, faccio ciò che vuole, sono Suo. E così, perso e ormai totalmente succube, mi sbatte sul letto, è giunto il momento di dimostrarmi il Suo potere, la Sua ferocia nel fare sesso, a modo Suo. E così mi penetra, prima con dolcezza, per farmi accettare il Suo membro, poi inizia a spingere, aumenta il ritmo, diventa incalzante, e io sento tutto questo, Lei ce si diverte e mi cavalca, io che alzo lo sguardo di fronte a me e vedo nello specchio questa immagine, terribile e stupenda al tempo stesso: il mio sguardo è atterrito, la Sua espressione soddisfatta, eppure mentre mi vedo in questa innaturale inversione di ruoli, capisco che invece è tutto naturale, tutto è al suo posto, perchè io non sarei mai degno di fare una cosa simile, e perchè Lei è infinitamente più brava si quanto potrei mai essere io. In un colpo solo capisco quanto siano vere le Sue parole, quando mi dice che ciò che ho tra le gambe è inutile, che non sono degno di procreare, Lei con un fallo di gomma è molto più di me che ci sono nato con uno di carne tra le gambe. Se potessi, in quel momento, me lo staccherei per consegnarlo a Lei come trofeo di guerra, per dirLe “io non sono degno di averlo e usarlo”. E così continua, con sempre più forza, spinge e mi incita a godere, perchè sono la Sua troia, e nella foga del momento, sopraffatto da tale dimostrazione di potenza e superiorità, mi aggrappo alle Sue gambe gambe forti, che spingono dietro di me, e assecondo il Suo movimento, facendomi scopare da Lei come mai mi era capitato prima. E ho gridato, gridato di piacere e dolore, come fossi veramente una troia, perchè in quel momento lo ero, la Sua troia. Lei stessa si è stupita, e pur divertita mi ha intimato di smetterla, mantenere un contegno e non gridare, ma senza fermarsi, continuando a spingere e a farmi sentire quanto fossi zoccola.
Si è fermata solo quando non ne aveva più, stanca mi ha lasciato li disteso, esanime e sfinito, senza più un briciolo di dignità. Ma non aveva ancora finito con me. Mi ha concesso qualche minuto per riprendermi, poi mi ha ordinato di andare in bagno e distendermi sul piatto doccia, con gli occhi chiusi. Dopo poco è arrivata e ha iniziato a spogliarsi. Io ovviamente non potevo guardare, ho tenuto chiusi gli occhi mentre La sentivo togliersi i vestiti, entrare nel box doccia, e fermarsi sopra di me.
“Apri la bocca, schiavo, ho una sorpresa per te”
Temevo questo momento, sapevo che poteva arrivare, ed eccomi li, totalmente alla mercè di quella magnifica Dea, incapace di dire di no a qualsiasi ordine o richiesta, e così ho iniziato a sentire il liquido caldo invadermi prima il viso, poi centrare direttamente la mia bocca, e quasi soffocarmi. Un'ulteriore umiliazione inflittami, un'altra dimostrazione di quanto Lei possa fare ciò che vuole di me, dopo di che il getto di acqua, per ripulire lo schifo che ero e lavare se stessa. Mentre l'acqua accarezzava il Suo corpo mi ha obblicato a mettermi in ginocchio, da vanti a Lei ma di spalle, e ancora circondato dal Suo nettare giallo mi ha obbligato a masturbarmi, ricordandomi quanto fossi stato una troia solo pochi minuti prima, ed incitandomi a venire pensando a quello. Fu un esplosione di piacere come non mi capitava di provare da parecchio tempo, quasi piangevo, e cpivo quanto fosse bello poter servire una Dea come Lei. L'ho ringraziata, mentre Lei concludeva la Sua doccia e mi concedeva di lavarmi, sempre ad occhi chiusi, mentre Lei si rivestiva ed andava ad adagiarsi sul letto.
Arrivo poco dopo, rinfrancato dalla doccia, e la ammiro ancora una volta in tutta la Sua bellezza, serena dopo aver abusato di me, e nuovamente amichevole nei modi. Io in ginocchio ai piedi del letto, Lei comodamente distesa. La sessione vera e propria era ormai conclusa, c'era spazio nuovamente per un rapporto più disteso, impressioni, emozioni, qualche risata, un bel servizio fotografico per immortalare la Sua splendida figura, Lei che gioca un pochino con i Suoi strumenti. La giornata volge così alla sua conclusione, io vado via e La ringrazio, felice per l'onore di averLa potuta servire, il ricordo che mi lascia sarà indelebile, la speranza di poterLa incontrare nuovamente ora è più tangibile, reale, sono all'ingresso del Suo harem, mi sono conquistato un posto tra coloro che Lei ricorda, mi ha concesso di entrare nella Sua dimensione, spero di non uscirne mai più, ed entrare come adepto tra coloro che possono definirsi Suoi schiavi.

Grazie di tutto, Miss Lara

schiavo Paolo

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